SUPERSANTOS, il cortometraggio


venerdì 26 dicembre 2008

SuperSantos domenica ore 17 a Rioneterra


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mercoledì 24 dicembre 2008

Koinè Ensemble in concerto al RioneTerra


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POZZUOLI RIONETERRADICEMBRE AL BORGO

LUX in FABULA

Associazione culturale

Rampe dei Cappuccini, 5

Pozzuoli 80078 – Napoli

Tel: 081 020 33 36 - luxinfabula@webitaly.org
http://www.luxinfabula.it


 

POZZUOLI RIONETERRA

DICEMBRE AL BORGO

ANIMAZIONE CULTURALE

con MUSICA, DANZA, TEATRO, AUDIOVISIVI


 

27 dicembre, sab.
Ore 18,00

  • Mefite presenta: ATHRA - La Guerre du Feu.

Ideazione e coreografia di Luca Scarpati e Carmela Ioime su musiche di Talvin Singh.

  • Koinè Ensemble: Suoni del Mediterraneo in concerto,

Maria Grazia schiavo soprano, Vittorio Ricciardi flauto, Luigi Tufano viola, Filippo Sica chitarra, Luigi Salerno contrabbasso, Alessandro Petrosino chitarra, dir., arr.


 

28 dicembre, dom. Ore 17,00

  • La Fabbrica Olivetti a Pozzuoli – 2005 – 30'

Cortometraggio a cura del prof. Oscar Poerio e dell'architetto Giovanni Schiano Lomoriello.

  • Supersantos – 2008 – 10'

Cortometraggio di Luciano Marini, Pioetrovaldo Delle Donne, Armando Minopoli. Premio Ischia Corti di Architettura 2008.

  • Sportello Informativo Mobile / Piano di Zona dell'Ambito, presentazione delle attività
  • Diaporama Ignis: Monte Nuovo -1989 -15'-

Lo scenario è questo vulcano flegreo nato nel 1538, il protagonista è la natura, l'uomo che distrugge è l'elemento cattivo, ma c'è una speranza: l'arte.

  • Le Ali Di Dedalo: Dieci Battiti di Ali,

Un incontro per raccontare l'origine e la storia dei luoghi, delle emozioni e delle persone che ci sostengono in volo.


 

29 dicembre, lun.
Ore 18,00

  • Spettacolo del Laboratorio Musicale Liceo Virgilio di Pozzuoli,

a cura della prof.ssa Assunta Pulzone, con: D. Cacciapuoti, G. Moschetti, E. Pollice, C. Agliano, M. Cirillo, T. Longobardi, R. Barbarico, G. Negrisolo, A. Annessi, A. Panella, G. Iacono.

  • Serata a cura de LE ALI DI DEDALO


 

3 gennaio, sab. Ore 18,00

  • Dell'ortodossia e dello specchio, libera sperimentazione teatrale,

di e con Marco Cenerelli

  • Concerto a cura di FLEGREANDO


 

4 gennaio, dom.
Ore 17,00

  • Animazione: palloncini, palloni gonfiati, befane e giochi per bambini.
  • Giocolieri e artisti di strada, a cura di LAB
  • Rosso - 2005 - 9'

Un itinerario alla ricerca di analogie sensoriali tra il magma vulcanico napoletano, i prodigi di sangue, le guerre, di Claudio Correale.

  • Poesie, a cura di Patrizia Esposito
  • Fabio Renzullo, tromba
  • Il Tempo c'è Ancora con Marika Manzoni


 

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giovedì 18 dicembre 2008

ECHI FLEGREI

Carissimi , vi invio  la locandina del nostro concerto di venerdi 19 ore 18.00 al Teatro Instabile, vico Fico Purgatorio 38 Naples Italy

si paga poco, 10.00 euri


Non mancate, il gruppo ha bisogno di sostenitori e poi state sicuri che vi faremo abballare.
Grazie a tutti di vero cuore, fatela girare e intervenite tutti ..... tutti


davide carnevale

ECHI FLEGREI TEATRO

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LA REGIONE METROPOLITANA CAMPANA

Convegno Nazionale, Napoli 19 dicembre 2008 - ore 9.00

Università degli Studi di Napoli FEDERICO II - Facoltà di Architettura

via Forno Vecchio 36

LOCANDINA

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venerdì 12 dicembre 2008

SABATO 13 DICEMBRE, CI SAREMO.

Sam054

l'ottimo ed energetico Pino Ruffo con Gina La Corazza, ottima cantante colombiana e con la compagniabbella di Tobias Mexico sud american e sud italia, tutti insieme spassiunatamente al Nazca di piazzetta Arcofelice. perchè no?

e poi non dimenticate che qualcosa si muove al rione terra. notizie apprese qua e là perchè i nostri enti sono poco comunicanti: il 27 dovrebbe esibirsi Koiné Ensemble di Alessandro Petrosino, il 20 invece ancora Pino Ruffo e Compagniabbella.

METTETE LE RECCHIA A "TERRA"

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diritti umani e interculturalità

PersonImage

carissimi , vi invito a partecipare a due eventi importantissimi
sul tema dei diritti umani e su l'interculturalità


sabato 13 dicembre ore 19,00 presso il Museo Archeologico Virtuale di ERCOLANO


venerdi 19 dicembre ore 18,00 presso il Teatro Instabile  in vico fico pergatorio ad arco 38
Napoli zona via tribunali altezza napoli sotterranea
vi aspettiamo non mancate.


davide carnevale (Echi Flegrei)

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mercoledì 3 dicembre 2008

Partono le Boniche? si invita a vigilare

27/11/2008 - Nell'ambito del programma di recupero ambientale del SIN Litorale Domitio Flegreo Agro Aversano e del SIN Litorale Vesuviano, RECAM S.p.A. inizierà, a partire dal prossimo 2 dicembre, l'attività di bonifica riguardante i territori dei Comuni di Acerra, Marigliano, Castel Volturno, Nola, Quarto e Terzigno.
Il servizio sarà effettuato in sinergia con i Comuni e con la Missione Tecnico Operativa della Struttura del Sottosegretario per l'emergenza rifiuti in Campania.

RECAM S.p.A. ha indetto una Manifestazione d'Interessi attraverso un Avviso Pubblico, rivolto agli operatori del settore dei rifiuti, per selezionare le imprese a cui affidare il trasporto ed il conferimento di alcune tipologie di rifiuti.
Il termine ultimo per la presentazione delle manifestazioni di interesse scade alle ore 12,00 del prossimo 5 dicembre.
Le aziende interessate devono possedere i seguenti:

  • iscrizione alle categorie 4, 5 9, 10 dell'Albo Nazionale Gestori Ambientali;
  • essere in regola con la certificazione antimafia;
  • certificazione della cifra d'affari nell'ultimo quinquennio;
  • certificazione SOA 0G12;
  • disponibilità di conferimento in stazioni ecologiche autorizzate per lo smaltimento;
  • possesso di piattaforma autorizzata per lo smaltimento;
  • certificazione UNI EN ISO 9001 2000; 
  • certificazione UNI EN ISO 14001;
  • fatturato dell'azienda nell'ultimo anno pari ad almeno tre volte l'importo oggetto dell'Avviso Pubblico;
  • fatturato specifico dell'azienda in servizi simili a quelli oggetto dell'Avviso Pubblico pari ad almeno due volte l'oggetto dello stesso Avviso.

 

Questo il testo del cominicato della Regione riguardo al Programma di bonifica e ripristino in alcune aree del territorio del Litorale Domitio flegreo Agro Aversano e del Litorale Vesuviano.

Proponiamo un monitoraggio attivo di questa vitale attività prevista sul nostro territorio e invitiamo cittadini e associazioni alla formazione di un Osservatorio. Prego postare adesioni e proposte.

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link: comunicato regionale

    avviso di manifestazione di interesse

 

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La Legge sulla qualità in architettura...ne vogliamo parlare?

Questo è il link per scaricare la legge quadro

 

Amici e colleghi,

si avverte la necessità di dire la nostra sulla norma che aspira a dare finalmente qualità al nostro lavoro.

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cerchiamo di non farci male, diciamo la nostra.

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martedì 2 dicembre 2008

Io sono qui

Rassegna di danza e teatro all’Artgarage a Pozzuoli

 

 

La rassega “Io sono qui” è stata ideata e proposta dal Crasc, recentemente passato sotto la direzione di Beatrice Baino, ed è nata per dare la possibilità a giovani attori professionisti emergenti e a giovani ballerini, che non hanno la possibilità di proporsi nei grandi teatri, di far conoscere la propria arte al pubblico. Nei diversi incontri previsti (i prossimi il 3, 10, 14 e 15 , 17 dicembre), saranno inscenati alcuni pezzi teatrali inediti, principalmente monologhi o duetti, molti scritti dagli stessi attori, dallo stile, dal linguaggio e dalla scenografia molto forti, tipici del teatro della sperimentazione. Anche le performance di danza hanno lo stesso carattere di sperimentazione e di rottura, proponendo linguaggi e tematiche di grande avanguardia.

 

Prossimo appuntamento mercoledì 3 Dicembre con la commedia: “Madamme”. Presentato da “Mutamenti”, diretto e interpretato da Michele Pagano e Roberto Solofria, assistente alla regia Ilaria Delli Paoli. La commedia si pone una domanda: “Cosa accade quando i luoghi comuni sono all’ordine del giorno e diventano unica legge di vita?” E’ il racconto di due “suocere” che si incontrano dal parrucchiere la mattina del matrimonio dei rispettivi figli e iniziano i discorsi “comuni” su preparativi, invitati e ovviamente le future nuore. Allo stesso modo due vedove, all’indomani della morte dei rispettivi mariti, danno vita al cimitero a discorsi “comuni” sui cari estinti e riflettono, non senza sorriso, sui loro vissuti. Spaccati di vita quotidiana, soprattutto dei piccoli centri urbani, dove il pettegolezzo è l’anima e, al tempo stesso, la voce del popolo. Segue lo spettacolo di danza: “Viento, episodio I”. Presentato dal Collettivo NADA in collaborazione con INTERNO5 e ARTGARAGE. Coreografie Antonello Tudisco. Viento è un progetto sull’incomunicabilità. Sull’impossibilità di comunicare tra persone che usano linguaggi diversi tra loro. Parla di persone lontane geograficamente e culturalmente, che vivono un presente comune, ma senza comunicazione. Sembrano vivere momenti condivisi ma in realtà ognuno nella propria direzione. Ognuno di loro ha uno scopo che solo alla fine dimostra essere comune e tutti in quel momento come un vento, le diversità vengono spezzate. La festa può cominciare.

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lunedì 1 dicembre 2008

Rifiuti, da oggi parte il «vuoto a rendere»: è conveniente consegnare gli imballaggi - Corriere del Mezzogiorno

Rifiuti, da oggi parte il «vuoto a rendere»:

è conveniente consegnare gli imballaggi

A chi consegna alluminio, vetro, carta, acciaio e plastica verrà corrisposto un importo forfettario

NAPOLI - Finora era stato solo un affare per le imprese legali (e illegali) che smaltivano i rifiuti. Anzi, secondo un'indagine della Uil, il salasso sulla bolletta delle famiglie da parte dei Comuni era cresciuto: nel 2008 il caro-rifiuti è stato in media del 3,1%, con una spesa di circa 2,5 euro a metro quadrato. Ora qualcosa sta cambiando, almeno in Campania, una delle regioni dove la raccolta differenziata è stata finora una vera vergogna soprattutto nei grandi centri (a Napoli non supera il 17% anche dopo i recenti esperimenti nella zona collinare), con buchi vertiginosi nelle casse pubbliche. Arriva, infatti, la rivoluzione nella raccolta. A partire da oggi torna il "vuoto a rendere": ovvero chi porta un rifiuto "interessante" (dalla carta al cartone, al vetro all'acciaio) può guadagnarci qualcosa e così ridurre il fardello del salasso. E' uno degli obiettivi del piano industriale della Astir, la nuova azienda ambientale della Regione Campania nata dalle ceneri di un'altra chiacchierata partecipata.

Obiettivo sarà produrre meno immondizia e uniformare i criteri della differenziata. Presidente del cda Leonardo Santoro, di origine avellinese, già dirigente Italsider e Montedison. Al suo fianco Fortunato Gallico, creatore della differenziata «porta a porta» a Milano. Sulla gazzetta ufficiale del 21 novembre è stata pubblicata l'ordinanza che fissa incentivi per il conferimento di imballaggi usati e di rifiuti da imballaggi. L'ordinanza 3715 consente ai campani, alle associazioni del volontariato riconosciute dalla Protezione civile e alle comunità religiose di effettuare da oggi il conferimento differenziato di alluminio, acciaio, plastica, carta e vetro, non superando i 100 chili al giorno pro-capite, presso le 33 piattaforme convenzionate con Conai e consorzi di filiera. L'ordinanza, frutto del lavoro di Berlusconi e Bertolaso per superare l'emergenza, prevede anche che i Comuni campani entro il 21 dicembre individueranno apposite aree da attrezzare per il conferimento degli imballaggi, anche in deroga ai vigenti strumenti urbanistici. Chi porterà rifiuti alle piattaforme (il cui elenco è sul sito del sottosegretario Bertolaso) potrà avere un indennizzo forfettario. Di quanto si tratta? Le cifre possono diventare anche interessanti: si va dai 28,80 euro al quintale per l'alluminio (tutte le caffettiere in Italia sono di alluminio riciclato) ai 18,93 euro al quintale per la plastica, dai 5,63 euro per un quintale di acciaio (il 40% dell'acciaio italiano viene dal riciclo) a 1,84 euro per ogni cento chili di carta (il 90% dei quotidiani è su carta ricliacata). Un po' più cara è la "resa" del vetro: 2,17 euro. Cifre che possono anche scatenare una vera e propria caccia all'imballaggio. Fino a pochi anni fa, infatti, giravano per la città carretti e piccoli automezzi per caricare, al calar della notte, cartoni e imballaggi abbandonati dai commercianti fuori dai loro esercizi. Ora, è probabile, che il vecchio "mestiere" torni in auge, così come è possibile che siano gli stessi commercianti a creare una servizio apposito per smaltire il rifiuto da imballaggio.

 
 

Inserito da <http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2008/1-dicembre-2008/rifiuti-oggi-parte-vuoto-rendere-conveniente-consegnare-imballaggi-140776300611.shtml>

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sabato 29 novembre 2008

SABATO SERA CON GLI ARTISTI FLEGREI


 

Caffè Letterario, Bacoli

Sabato 29 novembre, ore 19

Presentazione del libro "Il mare e il cuore - Emozioni" di Assunta Esposito

Al Caffè Letterario di Bacoli, Assunta Esposito, autrice del romanzo breve "Il mare e il cuore - Emozioni", edito dalla casa editrice "Il Filo" nella collana "Confini", incontra i lettori. Presenta Annamaria Vargiù. "Un viaggio per mare è anche un viaggio nel tempo, un'Odissea a ritroso alla riscoperta delle proprie radici. È quello che fa anche la protagonista del romanzo di Assunta Esposito che, giunta in una fase molto delicata della sua vita, ha la necessità di ricostruire le proprie origini ripercorrendo le fasi della sua esistenza nonché la storia della sua Monte di Procida, con il mare a raccogliere spunti, suggerire emozioni, riportare storie che si credevano perdute. (…) Con parole poetiche e una narrazione fatta di emozioni e impressioni, l'autrice ci racconta lo sviluppo emozionale e la presa di coscienza interiore di una donna che giungerà ad accettare la propria storia, i conflitti con i genitori e la sua terra, e la necessità delle radici, per affermare un sé proiettato nel futuro e, contemporaneamente, saldamente ancorato al proprio passato."


 


 

Artgarage, Pozzuoli

Mostra di Davide Carnevale

Sabato 29 novembre, ore 20

Davide Carnevale e le sue sorprendenti ceramiche in mostra a Pozzuoli. Smalti, colori, forme e suggestioni, terre vulcaniche sapientemente plasmate da mani abili e calorose. Toccare le opere di Carnevale è come stringere una mano affidabile perché comunica, ti mostra da dove veniamo, ti fa andare oltre il nostro piccolo orizzonte.

Segue seratina a base di vino e tammorra.


 


 

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lunedì 17 novembre 2008

convegno a Paestum


La maledizione del nuovo
Paestum hotel Calypso 22 novembre 2008


Carissimi amici vicini e lontani, vogliamo parlarne?
In allegato troverete l'invito al convegno per sabato prossimo,
I tempi sono duri ma contiamo di averti comunque tra noi per quella data, si parlerà di cose "vere", che passano sulla nostra pelle di cittadini e trasformatori -virtuali e/o reali- del territorio, la discussione pertanto si prevede un poco "tesa" ma se lo diventa troppo uscendo dall'uditorio c'è il mare.
Non c'è scritto ma sempre al Calypso ci sarà anche un momento conviviale-gastronomico tra organizzatori, relatori e partecipanti ... non abbiamo sponsor e il prezzo del pranzo sarà politico, intorno ad € 12,00.
Per quanto riguarda un eventuale pernottamento l'hotel è a tua disposizione, ti prego solo di farlo sapere con un poco di anticipo o a me o a Roberto (proprietario dell'albergo -tel 0828 -721191).
Sono a tua disposizione per ogni informazione e sono reperibile a questo numero di telefono 339 2942240.
Metti una bella pallina rossa sul calendario, il 22 non sarebbe niente male se tu fossi qui!
A presto, dunque -


Lucr(ezia) Ricciardi

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lunedì 20 ottobre 2008

Un altro modo è possibile

Manifestazione al Cinema Sofia a Pozzuoli per il riciclaggio dei rifiuti.

Alcune associazioni dell’area flegrea hanno contribuito alla organizzazione della manifestazione “un altro modo è possibile” che si svolgerà al Sofia il 23 ed il 30 ottobre, per proporre un alternativa al piano governativo e al piano regionalefatto essenzialmente, anche quest’ultimo, di discariche ed inceneritori, (5 per il governo! Due, no tre, ..forse 4…. per la regione!!). La giornata del 23 prevede la proiezione del film di Al Gore “una scomoda verità”, ci saranno due proiezioni, una alle 18,30 e l’altra alle 20,30.
La giornata del 30 prevede la presenza di Paul Connet, massimo guru della strategia “Rifiuti zero” e Carla Poili, un imprenditrice di Treviso che “guadagna” con il riciclo, riuscendo nella sua azienda a riciclare fino al 99%, perfino i famosi pannolini non riciclabili, rendendoli sabbia da costruzione per manti stradali, panchine e materiale per l’edilizia. Quindi niente inceneritori e solo un 5% di inerte in discarica!( E’ importante valutare il fatto che che l’imprenditoria campana non è chiamata al “banchetto” degli inceneritori e quindi è molto “sensibile” ad alternative imprenditoriali quali l’impianto di vedelago della Poli…..infatti la signara avrà un incontro con gli industriali tramite il forumrifiuticampania il giorno 22).
Prima del dibattito ci sarà un apertura comica con teatro satirico di Edoardo Ammendola, sono previste installazioni artistiche a tema e un “laboratorio” per i bambini…..foto, video e punto informativo.Sono stati invitati i sindaci dei comuni flegrei, la provincia di napoli e l’assessore Ganapini.

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Ragni, celle e sculture sospese Il mondo al femminile di Bourgeois



ARTE - RECENSIONI




RETROSPETTIVE


Ragni, celle e sculture sospese


Il mondo al femminile di Bourgeois


Al Museo di Capodimonte, a Napoli, una mostra celebra la scultrice franco-americana, icona della modernità. Oltre sessanta opere, compresi due inediti, ripercorrono la sua lunga e versatile carriera

di LAURA LARCAN




NAPOLI - "Il ragno è un'ode a mia madre. Lei era la mia migliore amica. Come un ragno, mia madre era una tessitrice. La mia famiglia era nel settore del restauro di arazzi e mia madre si occupava del laboratorio. Come i ragni, mia madre era molto brava. I ragni sono presenze amichevoli che mangiano le zanzare. Sappiamo che le zanzare diffondono malattie e per questo sono indesiderati. Così, i ragni sono protettivi e pronti, proprio come mia madre". Per questo non stupisce che Louise Bourgeois, una delle più grandi scultrici dell'epopea contemporanea, franco-canadese dall'indole elegantemente provocatoria e concettualmente irrequieta, classe '11, che ha cavalcato l'euforia femminista con arguta teatralità prediligendo un linguaggio dall'erotismo sornione filtrato da una vena di surrealismo disinibito, abbia portato nel cortile centrale del Museo di Capodimonte il suo monumentale ragno, il suo adorato - e adorabile - Spider di acciaio inox e marmo, alto nove metri, sulle sue filamentose tredici zampe.


LA GALLERIA FOTOGRAFICA


E' il grande ragno, chiamato "Maman", opera del 1999, già esposta nella Turbine Hall della Tate Modern di Londra, a dare il benvenuto ai visitatori della sua antologica, la prima mai organizzata in Italia - lei che è stata la prima americana vivente a ricevere l'omaggio di una retrospettiva all'Hermitage di San Pietroburgo nel 2002, e che nel 1993 rappresentava gli Stati Uniti al Padiglione Americano della Biennale di Venezia - nelle sale della reggia di Capodimonte, dal 18 ottobre al 25 gennaio, in un confronto schizofrenico ma a tratti spettacolare, con i capolavori storici dell'istituzione museale. La mostra, curata dallo studio Bourgeois, raccoglie una sessantina di opere che raccontano tutta la parabola della sua lunga e versatile produzione, dal secolo scorso fino ai lavori più recenti, incluse due nuove installazioni della celebre serie delle "Cells", mai esposte prima, che danno il senso formidabile della molteplicità di tecniche sperimentate, compresa la grafica, di soluzioni formali e di materiali giocati a dismisura nella sua arte, che l'hanno resa una vera icona della modernità.




Una creatività, quella della Bourgeois, animata dalla conflittualità con il proprio presente, segnata dal "bisogno - osserva Achille Bonito Oliva - di ribaltare attraverso la creazione un sistema sociale e morale che vive un sistema di regole maschiliste". Ma anche dal "confronto con la storia, che è quella del proprio passato ma anche dell'arte visiva da cui il suo lavoro proviene". Dichiara l'artista: "E' solo attraverso la mia opera che comunico col mondo. E' l'unico modo che conosco e l'unico che mi interessa conoscere. Per comunicare ci devono essere un mittente e un destinatario. Io sono il mittente e quel che pensa il destinatario non è un problema mio. Dico quel che devo dire e avvenga quello che deve avvenire".




Louise Bourgeois nasceva a Parigi nel 1911, si sposò con lo storico dell'arte americano Robert Goldwater, con cui si trasferiva a New York nel 1938 (dal '55 sarà cittadina americana). Fu qui, nella Grande mela, che cominciò la sua carriera artistica vera e propria, debuttando con la prima mostra nel '49. La sua sensibilità rimane sempre ossessivamente vincolata ad un senso scultoreo dell'arte, pur concedendosi l'estro di sperimentare tecniche diverse. Le sue soluzioni formali, figlie di una forte identità femminile, iper-femminista, inseguono le bizzarrie dell'eros così come il senso simbolico della metamorfosi, sviluppando un'ossessione iconografica verso fallo maschile e la "casa" che diventerà il suo tema universale per le installazioni. I suoi materiali cambiano quasi con le stagioni, c'è il legno, morbido e maneggevole che viene dipinto, il bronzo e il marmo, quello di Pietrasanta, località prediletta dove continuerà ad andare con regolarità dal '67 al '72, fino al lattice e al tessuto.



Una svolta singolare, nel 1980, avviene con l'acquisizione dello studio di Brooklyn al 475 di Dean Street. Si trattava in origine di una fabbrica di indumenti di cui l'artista ereditava anche il contenuto, tutta una serie di macchine da cucire, mobili, porte e scaffali, che poi inserirà in parte in alcune opere future. Lo spazio architettonico dello studio, enorme e per questo permetterà alla Bourgeois di lavorare a opere di grandi dimensioni mai affrontate fino ad allora - è una sorta di labirinto, con cinque ingressi e una scala elicoidale, quella stessa scala che oggi è incorporata in "Cell (The Last Climb)", l'installazione inedita del 2008, presentata per la prima volta in mostra, nella sala di Luca Giordano, che diventa una sinfonia immaginifica dello scorrere del tempo e della vita. Le pareti sono una sottile recinzione di metallo, una scalinata a spirale è posta al centro, a segnare il baricentro esatto della cella si innalza come una guglia un palo circolare che attraversa l'apertura rotonda del tetto della cella, aperto, come la cupola del Pantheon, piccole sfere di vetro trasparente di diverse sfumature di blu pendono nello spazio come lanterne cosmiche, mentre due grandi sfere di legno piene giacciono al suolo.




"Louise Bourgeois - commenta il soprintendente Nicola Spinosa - ha saputo fissare in oggetti e immagini di forte intensità visiva e in materiali che attengono direttamente al nostro quotidiano la condizione esistenziale che, se è soprattutto della donna, è anche di tutti noi, senza differenza alcuna di sesso e di razza, di religione e di cultura". E la sua ricerca sempre tesa a scandagliare i traumi, le paure, le sofferenze umane, viene ripercorsa dalle sculture sospese (hanging sculptures), realizzate dagli anni '60 ad oggi, come il famoso "Arch of Histerya" (1993), mentre nelle vetrine della Wunderkammer al piano nobile del museo, in un affascinante confronto con i preziosi manufatti dell'antica e celebre raccolta di Casa Farnese, sfila una preziosa raccolta di lavori di piccola dimensione. Ed ecco, in una delle sale della pittura del Seicento napoletano, accanto alle due versioni dell'Apollo e Marsia firmate da Jusepe de Ribera e Luca Giordano, la cell "Peaux De Lapins, Chiffons Ferrailles A' Vendre", espressione, in una poetica inquietante e irriverente, delle sue dolorose ossessioni. Una stanza metallica, dove un sacco rosa pallido e pezzi di tessuto traslucido color carne circondano una colonna segmentata di marmo bianco e luminoso che si erge dal pavimento e termina con una sorta di corona di pelliccia. Forme nere sono appese capovolte al soffitto, richiamando alla mente pensieri di morte, disperazione o semplicemente rimpianto. Come dice la stessa Bourgeois: "Voglio condoglianze per quello che ho perso per sempre, voglio conforto per quello che lo sostituirà: l'eterna speranza è sempre una delusione ma resta invitta. È uno stato di lutto eterno inframmezzato da desolata disperazione, nuove ambizioni e sublimazioni".




Notizie utili - "Louise Bourgeois a Capodimonte", dal 18 ottobre al 25 gennaio, Museo di Capodimonte, Via Miano, 2, Napoli. Organizzazione e comunicazione Civita.


Orari mostra: 10-19, museo: 8.30-19, mercoledì chiuso.


Ingresso: integrato mostra/museo intero: €9, ridotto: €4,50


Informazioni: tel. 848800288


Catalogo edito da Electa Napoli.



Inserito da <http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/arte/recensioni/bourgeois-capodimonte/bourgeois-capodimonte/bourgeois-capodimonte.html>

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Da Sei Nobel appello per Saviano

Da Gorbaciov a Pamuk, lottiamo per lui


(ANSA) - ROMA, 20 OTT - Sei premi Nobel firmano un appello per lo scrittore Saviano perche' lo stato faccia ogni sforzo per proteggerlo lottando contro la camorra.

Dario Fo, Mikhail Gorbaciov, Gunter Grass, Rita Levi Montalcini, Orhan Pamuk e Desmond Tutu sottolineano che 'e' intollerabile che tutto questo accada in Europa nel 2008'. I 6 Nobel ricordano come Saviano sia costretto ad una vita clandestina per aver scritto 'Gomorra','mentre i capi della camorra,dal carcere,continuano a inviare messaggi di morte'.

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AMARAMACA


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venerdì 17 ottobre 2008

Gli appuntamenti di librerie.Coop


 

- venerdì 10 ottobre ore 18:00

ROSARIO ESPOSITO LA ROSSA

"AL DI LA' DELLA NEVE" (MAROTTA & CAFIERO)

I racconti del giovane diciottenne di Scampia che hanno commosso l'Italia.

Introduce l'editore Tommaso Marotta

- venerdì 17 ottobre ore 18:00

ANGELO CANNAVACCIUOLO "LE COSE ACCADONO" (CAIRO EDITORE)

Il romanzo struggente di un napoletano che suo malgrado deve fare i conti col degrado morale della sua città.

Introduce Marco Lombardi (LA REPUBBLICA)

- venerdì 24 ottobre ore 18:00

ANTONIO PASCALE "S'E' FATTA ORA" (MINIMUM FAX)

Il romanzo di questo brillante quarantenne di Caserta che dal primo libro pubblicato per Einaudi ha conquistato milioni di lettori, fondando tra le altre cose una casa editrice ormai affermata, la Minimum fax.

- mercoledì 29 ottobre ore 18:00

ANGELO PETRELLA "LA CITTÀ PERFETTA" (GARZANTI)

Un grande thriller: una Napoli epica e violenta, tra camorra e sogni di rivoluzione.

Introducono l'autore Pietro Treccagnoli (IL MATTINO) e lo scrittore Davide Morganti


 

librerie.coop via Masullo 76 c/o centro commerciale Quarto Nuovo, Quarto (NA). Tel. 081/8769876

libreria.quarto@librerie.coop.it

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mercoledì 15 ottobre 2008

Bagliori di antichita': le terme di baia si accendono di notte

notizie dai Campi
Bagliori di antichita': le terme di baia si accendono di notte
QuiCampiFlegrei - Informazione e cultura dai Campi Flegrei - mercoledì 15 ottobre 2008
Visita ai sentieri del Parco Monumentale di Baia – offerta integrata di accoglienza

Si chiudono i cantieri e si riaprono le porte per il ritorno dei Viaggiatori. La realizzazione dei due interventi di restauro paesaggistico ed ambientale, portati a termine dalla Soprintendenza ai beni archeologici di Napoli, in stretta collaborazione col Parco Regionale dei Campi Flegrei, offrirà la possibilità nell’autunno e nell’inverno 2008, attraverso un percorso multisensoriale, di percorrere a piedi lo splendido sentiero che collega l’ingresso delle Terme di Baia e la sommità del Parco Monumentale.
Grazie alle risorse europee del P.O.R. Campania 2000-2006, si è salvaguardato e reso fruibile, un antico sentiero da tempo inutilizzato ed oggi al centro del collegamento pedonale REtour e di due poli di attrazione turistica, strategici per i Campi Flegrei.
Dal 4 ottobre, quindi, frutto dell’azione integrata degli attori socio-economici e degli enti locali, sarà possibile accedere al percorso ed essere guidati, lentamente, tra mito, paesaggio e natura, grazie all’accoglienza realizzata da vari attori dei Campi Flegrei.
Per conoscere la descrizione della passeggiata e tutti i servizi di accoglienza del territorio di Baia, scarica il programma!
Prenotazioni : info point Parco Regionale dei Campi Flegrei - 3890966240
dal lunedì al giovedì, ore 9:30-13:00 e 14:00-18:00 venerdì, ore 9:30-13:30
(servizio a cura dell'associazione Lapis Flegreo)

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IL MARE E IL CUORE - EMOZIONI


Pubblicato da "il Filo" il nuovo romanzo di Assunta Patrizia Esposito

Un viaggio per mare è anche un viaggio nel tempo, un'Odissea a ritroso alla riscoperta delle proprie radici. È quello che fa anche la protagonista del romanzo di Assunta Esposito che, giunta in una fase molto delicata della sua vita, ha la necessità di ricostruire le proprie origini ripercorrendo le fasi della sua esistenza nonché la storia della sua Monte di Procida, con il mare a raccogliere spunti, suggerire emozioni, riportare storie che si credevano perdute. È il mare a fare da sfondo alla crescita interiore della protagonista, perché "il mare era la sua terra", e la sua interiorità, come il mare, procede per ondate e mareggiate, in un continuo movimento tra la saudade, la lacerante nostalgia della propria terra e del proprio vissuto, e il desiderio di lasciarsi alle spalle il passato per intraprendere una nuova vita altrove. Con parole poetiche e una narrazione fatta di emozioni e impressioni, l'autrice ci racconta lo sviluppo emozionale e la presa di coscienza interiore di una donna che giungerà ad accettare la propria storia, i conflitti con i genitori e la sua terra, e la necessità delle radici, per affermare un sé proiettato nel futuro e, contemporaneamente, saldamente ancorato al proprio passato.

Assunta Esposito è nata a Napoli il 5 agosto del 1961 e attualmente vive a Monte di Procida (NA). Insegna Discipline Giuridiche ed Economiche al Liceo Polifunzionale "Virgilio" di Pozzuoli, dopo aver vissuto per diversi anni in altre città d'Italia.

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martedì 14 ottobre 2008

Le cose accadono


Venerdì 17 ottobre alle ore 18, alla libreria di Quarto, Angelo Cannavacciuolo presenta il suo libro “Le cose accadono”.
La vita di Michele, quarantenne napoletano affermato ma proveniente da una famiglia povera, è travolta dall'incontro con una bambina. Ha un passato ingombrante Michele Campo: un'infanzia povera ad Acerra, un padre che prima di ottenere un portierato in un quartiere della Napoli bene ha vissuto di espedienti, una madre sarta, malinconica e infaticabile, che ha serbato a lungo un segreto. Ora Michele ha quarant'anni, una stimata professione di logopedista e un rapporto stabile con la bella e volitiva Costanza, rampolla dell'alta borghesia partenopea, quando quel passato che aveva creduto di potersi lasciare alle spalle torna a presentargli il conto. Accade all'improvviso. Incontrando lo sguardo pieno d'odio di Martina, cinque anni, inserita in una casafamiglia per disposizione del Tribunale dei minori, la sua vita deraglia. L'interesse divorante per questa bambina disperata e amara lo trascina in una vicenda fatale che, tra continui colpi di scena, si dipana in un andirivieni nella memoria. E il richiamo delle origini, nonostante il riscatto sociale cercato con rabbia e tenacia, rischia di travolgerlo, cieco e ineluttabile come il destino. Michele conosce bene entrambe: è nato nella prima, ha voluto a ogni costo appartenere alla seconda. Per riuscirci ha scelto una sorta di astenia esistenziale, lontana dai rumori della vita. Ma quando ormai le cose sono accadute, quando si è dato ascolto agli sconfitti, alla loro richiesta d'aiuto, quelle radici così violentemente rimosse torneranno a sollevare la terra. E Michele si troverà a scegliere tra una vita accuratamente pianificata e la vertigine dell'ignoto, tra la memoria.
Appuntamento con l'autore per la presentazione del libro, edito da Cairo, venerdì 17 ottobre alle 18 nella libreria.coop del Centro commerciale Quarto Nuovo (NA).
Angelo Cannavacciuolo è nato a Napoli nel 1956, ha esordito come attore e scrive per il cinema, la televisione e il teatro; i suoi precedenti romanzi sono Guardiani delle nuvole (1999, finalista Premio Viareggio Narrativa e Premio Berto, Premio dei lettori italiani in Francia), Il soffio delle fate (2002, finalista al Premio Elsa Morante) e Acque basse (2005).

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lunedì 13 ottobre 2008

artecinema


13° festival internazionale di film sull'arte contemporanea

a cura di Laura Trisorio

Artecinema è un Festival internazionale di film documentari sull'arte contemporanea nato nel 1996 con lo scopo di presentare al grande pubblico le diverse realtà dell'arte contemporanea attraverso una selezione di documentari sui maggiori artisti, architetti e fotografi degli ultimi cinquant'anni: interviste, biografie filmate, narrazioni montate con materiali d'archivio, grazie alle quali l'universo delle arti visive si anima sullo schermo.

Ogni anno viene presentata una selezione di circa trenta documentari ricercati direttamente presso i registi e i produttori in tutto il mondo. Il programma è diviso in tre sezioni: Arte e dintorni, Architettura, Fotografia.
Le proiezioni, in lingua originale con traduzione simultanea in cuffia, sono intervallate da incontri-dibattito con i registi, gli artisti e i produttori. Partecipano al festival più di 6000 spettatori provenienti da tutto il territorio nazionale e dall'estero.

Il Festival Artecinema è stato insignito di una medaglia al merito dal Presidente della Repubblica ed è patrocinata dal Senato della Repubblica, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal Ministero per lo Sviluppo Economico, dal Ministero dell'Università e della Ricerca, dalla Regione Campania, dalla Provincia di Napoli, dal Comune di Napoli, dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Napoletano, dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici di Napoli e Provincia, dalla Soprintendenza Archivistica per la Campania, dall'Università degli Studi di Napoli "Federico II" e dalla Fondazione Internazionale Studi Superiori di Architettura.


 

dal 16 al 19 ottobre 2008, Teatro Augusteo – piazzetta Duca d'Aosta - Napoli

http://www.artecinema.com/sito_new/programma.asp

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venerdì 10 ottobre 2008

Proiezione del corto "SUPERSANTOS" ad ArtGarage



I N G R E S S O L I B E R O

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sabato 4 ottobre 2008

Il Primo Posto del Premio Corti di Architettura è stato vinto dal cortometraggio “Supersantos” di Armando Minopoli.



Il Primo Posto del Premio Corti di Architettura è stato vinto dal cortometraggio "Supersantos" di Armando Minopoli.
Il film è il frutto della collaborazione di tre architetti napoletani, Minopoli, Marini e Delle Donne, che hanno indagato la città con l'occhio sensibile di due bambini, Daniele e Marco, cogliendo contraddizioni, conferme e sorprese dell'abitare la città contemporanea.


Le musiche originali sono di Alessandro Petrosino eseguite da Koiné ensemble.


Per la metà di ottobre è prevista una proiezione all'ArtGarage di Pozzuoli.


Info: 3395206096





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Premio Ischia di Architettura e Premio I Corti di Architettura I edizione |

Premio Ischia di Architettura

La splendida Torre di Michelangelo ad Ischia,
nella baia di Cartaromana, è stata la cornice per la serata inaugurale del "Premio Ischia di Architettura" e del Premio "I Corti di Architettura", manifestazione organizzata da ANGiA (Associazione Nazionale Giovani Architetti e PPC), dall'Ordine degli Architetti,
Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Napoli e Provincia e dalla Scuola del Cinema di Roma.

Sabato 20 Settembre una giuria di esperti ha giudicato opere realizzate da architetti under 40 nel campo della ricezione turistica, del fitness/benessere (alberghi, terme, SPA, parchi termali, agriturismi); in concorso anche cortometraggi, diretti da giovani filmaker,
sul tema della comunicazione dello spazio e dell'architettura.

I progetti e i corti resteranno in mostra nella Torre fino al 5 Ottobre 2008.

"Lo scopo del premio è evidenziare il ruolo e la responsabilità che l'architettura assume nel processo di trasformazione del paesaggio" dice Paolo Pisciotta Presidente dall'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Napoli e Provincia, "compito dell'architetto è di restituire l'inscindibilità tra "qualità della vita" e "qualità dell'architettura", ma compito delle istituzioni è valorizzare l'architettura come veicolo di sviluppo".

Alessia Guarnaccia, Presidente dell'ANGiA sostiene che "l'architettura non è solo edilizia, ma è progetto dei pieni, dei vuoti, delle connessioni, l'architettura genera relazioni sociali, economiche, culturali, produce paesaggio attivo anzi "interattivo", è una risorsa perchè genera economia ed è strumento di costruzione delle politiche di sviluppo
per cui
bisogna utilizzarla come tale"

Gli organizzatori sottolineano che volutamente il premio è stato rivolto ad opere realizzate, talaltro in un settore specifico come quello del turismo, da giovani professionisti a sottolineare soprattutto come oggi sono ancora troppo pochi questi interventi.

"I feroci abusi perpetrati a danno del paesaggio possono essere attenuati da un'inversione di tendenza, accompagnata da una rivoluzione culturale che consideri, quale punto di partenza, le dimensioni della sostenibilità per uno sviluppo del territorio compatibile con l'ambiente" dice il giovane architetto Giovannangelo de Angelis ideatore e regista dell'evento, insieme con Alessia Guarnaccia e Paolo Pisciotta, che ha coordinato il gruppo organizzatore (Daniela Marino, Lucia Regine, Morena Miglio, Rita D'Eustacchio, Lisa Vitale, Sara Castagna, Simone Verde e Roberta Inarta) formato da giovani professionisti.

Il progetto è stato patrocinato dal Senato della Repubblica, dal Consiglio Nazionale degli Architetti e PPC, dai Comuni dell'isola d'Ischia e sostenuto dalle aziende:
REGINE SNC (materiali idraulici; pavimenti e rivestimenti); IMPERATORE TRAVEL tour operator; ECONOM FERRO lavori in ferro, infissi; LAURO GROUP; ADLI - Associazione dei Datori di Lavoro - Ischia; IL GATTOPARDO HOTEL TERME & BEAUTY FARM; LA CERAMICA ANTICA; ARCA COSTRUZIONI; TAL ILLUMINAZIONE; PARCO TERMALE NEGOMBO; CEVI CERAMICA VIETRESE.

Varie sono state le sezioni del "Premio Ischia di Architettura" e i vincitori.

Il Premio alla carriera è andato ad Orazio La Monaca, architetto siciliano che opera nel trapanese ed ha al suo attivo numerosi alberghi progettati e realizzati.

Il Primo Posto del Premio ANGiA è stato "Lido Metropolitano. Ampliamento di un centro sportivo: ristorante-reception, piscina scoperta e relativi servizi" realizzato da Anna Chiara Morandi e Paolo Citterio, uno studio di professionisti di Saronno (VA)

Il Secondo Posto del Premio ANGiA è andato al progetto " Energia della bellezza" di Federico Verderosa, Nicola Zarra, e Rocco Lettieri; mentre il

Terzo Posto è stato assegnato a "Recupero materiale e intellettuale di un epoca in un albergo a Capri" di Massimo Esposito, Elisa Buiano e Giapaolo Grumelli.

Il Primo Posto del Premio Zollinger è andato all'albergo" Villa Carolina" a Forio d'Ischia, realizzato da Francesco Felice Bonfantino, Rossella Traversari, Antonio De Martino (studio Gnosis Architettura). Il Secondo Posto, invece è andato al progetto" AK047 " di Tiziana Maria Giovanna Monti, e il Terzo al lavoro di Andrea Mattera " Mediterraneo".

Il Primo Posto del Premio ANAB è stato conquistato dalla realizzazione di un fitness e beauty center in Lioni, realizzato da Federico Verderosa, Nicola Zarra, Rocco Lettieri (studio VZL +)

Il Primo Posto del Premio Corti di Architettura è stato vinto dal cortometraggio "Supersantos" di Armando Minopoli; il Secondo classificato è stato " La casa del fascio" di Nicolangelo Gelormini. Mentre il Terzo Posto è stato dato a due cortometraggi, " Marcia al supplizio" di Diana Verde e l'altro "Città globale" di Yasmin Sarah Mewour.

La premiazione è stata preceduta da una tavola rotonda dal titolo Architettura-Turismo-Cinema moderata dalla giornalista Paola Zanoni,

Al vivace confronto sono intervenuti: l'Onorevole Salvatore Lauro (Presidente Consorzio Arcipelago Campano), Arch. Raffaele Sirica (Presidente Consiglio Nazionale Architetti), Arch. Luigi Prestinenza Puglisi (Critico di Architettura), Arch. Giancarlo Allen (Associazione Nazionale Architettura Biologica), Prof. Benedetto Gravagnuolo (Preside Facoltà Architettura Napoli), Arch. Giovanni Polazzi (Studio Archea), Ermanno Mennella (Presidente Associazione Albergatori Ischia), Renato De Rienzo (Scuola di Cinema di Roma), Arch. Paolo Pisciotta (Presidente Ordine Architetti Napoli), Arch. Alessia Guarnaccia (Presidente Associazione Nazionale Giovani Architetti).

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mercoledì 1 ottobre 2008

Castel dell'Ovo - Mostra Personale: Enza Polito

Mostra Personale: Enza Polito

dal 2 al 10 ottobre 2008

inaugurazione 1 ottobre 2008 alle ore 17,00. 

 
 

 
 

LA PIETRA CHE PARLA Rino Mele

 
 

Niente è più difficile da fotografare di ciò che è inorganico. Le pietre non hanno volto, non ti guardano (per farsi guardare), sono al di là del fotografo e di qualsiasi ipotesi di sguardo: ciò che è inorganico sfida la vita dal suo rovescio. Il fotografo è bloccato dall'assoluta mancanza di reciprocità, si trova solo, sbranato dall'attimo che gli precipita addosso. Così Enza Polito (che tratta gli animali e gli uomini come fossero morti) ora che si è trovata davvero di fronte a quelli che sono passati oltre e di cui le pietre sono un perfetto riscontro -copia e ritratto insieme- ha mostrato nel suo lavoro l'ansia di una profonda pietà, ne ha tratto graffiati volti e grida. Sabbia diventata dura, acqua del deserto prosciugata dai millenni, pietra fresca come un'anima, davanti ad essa Polito ha piegato la sua attenzione, il dolore di guardare chi non avrà mai gli occhi per rispondere. Il fotografo scava nell'altro lo sguardo che quello non sa di possedere, ne fa una grande maschera funebre. Così ora Enza Polito chiede alla pietra di scivolar via dalla sua fissità, di mostrarsi docile come una voce stregata da improvviso desiderio. Le fotografie di questa mostra sono gli esiti di una ricerca faticosa, le stazioni di un cammino nel regno delle ombre. Se analizziamo il suo privato lapidario siamo sorpresi di come Enza Polito crei della pietra sempre una scena tridimesionale: i suoi quarzi, le sue arenarie non sono superficie ma fiume e deserto insieme: non troviamo, in queste fotografie, segnali di confine, elementi che facciano da cornice ma solo pietra, e pietra, e i segni che la rendono desiderabile, e ne esaltano la seduzione. Della pietra fotografa l'indicibile vibrazione, ciò che l'allontana dalla fissità, gli arabeschi del tempo, rami sommersi che non conosceranno il gonfiarsi nella pioggia. Sembra di vederla questa così brava fotografa, testarda davanti a quegli oggetti immemori, una grande lastra pungente, una parete scistosa, crearsi un varco che l'allontani dalla patologia del tempo e sentirsi, nel guardare, affrancata dal dolore. Così, catturata dalla bellezza dei segni muti che le stanno di fronte, tenta con essi il dialogo, fugge dalla fissità con cui Medusa si fa pietra (il mito di quest'ultima sembrerebbe indicare il cammino inverso, ma è solo se stessa che Medusa insegue, la richiesta di pace si torce come fiocina nel suo petto, è per sé la violenza con la quale cancella gli occhi e la voce).

 
 

Resta da spiegare l'origine del titolo, La pietra che parla. L'ho tratto da una delle più belle canzoni di Dante, Al poco giorno ed al gran cerchio d'ombra. Dante grida la durezza di un amore crudele, la sfida ultima per cui impallidisce, i graffi della silice in cui si spezza il suo desiderio: E il mio disio però non cangia il verde, / sì è barbato nella dura pietra / che parla e sente come fosse donna.

 
 

CASTEL DELL'OVO

via Caracciolo, Borgo Marinari Tel. 0812400055

info: casteldellovo@comune.napoli.it

Ingresso gratuito

feriali ore 9,00 - 18,00

domenica e festivi ore 10,00 - 14,00

 
 

Come si raggiunge: con autobus 140, R3

 
 

Inserito da <http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/7697/UT/systemPrint>

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lunedì 29 settembre 2008

ma che ci facciamo a Napoli?

21 set 2008 23.31


 Daniele Sepe


 

Stasera si sarebbe dovuto suonare con Brigada Internazionale al Maschio Angioino, a Napoli. Finalmente a casa. Non suonavo a Napoli dal 29 giugno del 2007. Abbiamo scoperto che il Maschio Angioino di domenica rimane chiuso fino alle 17 . Il concerto era programmato per le 21 quindi c'era da fare il montaggio palco e il sound check per un orchestra di 18 elementi in tre ore e mezza. Fantascienza. Armati di buona volontà comunque ci eravamo decisi a tentarci, ma come se non bastasse scopriamo che l'impianto luci erano quattro piantane con quattro fari che tristemente presidiavano i quattro angoli del palco. Roba da sagra del baccalà di Ossi Tissi (senza offesa per il baccalà...). Insomma per farla breve non s'è potuto suonare. Mi hanno detto che la signora Sofia Loren ha avuto 250.000 euro per presenziare la chiusura della Piedigrotta di quest'anno. Giustamente ha tessuto le lodi di Napoli e dei suoi amministratori. Per 250.000 euro forse l'avrei fatto certamente pure io. Noi della Brigada invece, molto più miseramente , pur di suonare nella nostra città avevamo accordato un prezzo stracciato: 4500 euro per 18 persone d'orchestra e due tecnici, compresi il sottoscritto. Fate un po di calcoli. Per me suonare è ancora un piacere, ma mi sa che con Napoli ho chiuso. Bastavano 500 euro di luci in più, giusto per far vedere qualcosa di quest'orchestra. Tanto per fare un paragone la settimana prima avevamo suonato ad Acquaviva, provincia di Siena. Un paesello con un numero di abitanti pari a tre condominii del Vomero. Un festival organizzato da ragazzi. Palco coperto, service adeguato e tanto entusiasmo. Ci vuole poco quando c'è passione. Ho sempre sorriso con soddisfazione a tutti i colleghi musicisti, attori e registi che mi dicevano "ma che ci fai a Napoli?" e che se ne sono scappati a Roma o a Milano. Io qua ci resto, ma suonare no, a Napoli non si può. Tante scuse a chi è venuto e non si è potuto godere la Brigada.

 
 

Inserito da <http://www.myspace.com/danielesepe>

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lunedì 22 settembre 2008

Saviano, lettera a Gomorra tra killer e omertà

Grido d’accusa dello scrittore dopo la strage di Castel Volturno:
“Davvero pensate che nulla di ciò che accade dipenda dal vostro impegno?”.

di Roberto Saviano

I responsabili hanno dei nomi. Hanno dei volti. Hanno persino un’anima. O forse no. Giuseppe Setola, Alessandro Cirillo, Oreste Spagnuolo, Giovanni Letizia, Emilio di Caterino, Pietro Vargas stanno portando avanti una strategia militare violentissima. Sono autorizzati dal boss latitante Michele Zagaria e si nascondono intorno a Lago Patria. Tra di loro si sentiranno combattenti solitari, guerrieri che cercano di farla pagare a tutti, ultimi vendicatori di una delle più sventurate e feroci terre d’Europa. Se la racconteranno così.
Ma Giuseppe Setola, Alessandro Cirillo, Oreste Spagnuolo, Giovanni Letizia, Emilio di Caterino e Pietro Vargas sono vigliacchi, in realtà: assassini senza alcun tipo di abilità militare. Per ammazzare svuotano caricatori all’impazzata, per caricarsi si strafanno di cocaina e si gonfiano di Fernet Branca e vodka. Sparano a persone disarmate, colte all’improvviso o prese alle spalle. Non si sono mai confrontati con altri uomini armati. Dinnanzi a questi tremerebbero, e invece si sentono forti e sicuri uccidendo inermi, spesso anziani o ragazzi giovani. Ingannandoli e prendendoli alle spalle.
E io mi chiedo: nella vostra terra, nella nostra terra sono ormai mesi e mesi che un manipolo di killer si aggira indisturbato massacrando soprattutto persone innocenti. Cinque, sei persone, sempre le stesse. Com’è possibile? Mi chiedo: ma questa terra come si vede, come si rappresenta a se stessa, come si immagina? Come ve la immaginate voi la vostra terra, il vostro paese? Come vi sentite quando andate al lavoro, passeggiate, fate l’amore? Vi ponete il problema, o vi basta dire, “così è sempre stato e sempre sarà così”?
Davvero vi basta credere che nulla di ciò che accade dipende dal vostro impegno o dalla vostra indignazione? Che in fondo tutti hanno di che campare e quindi tanto vale vivere la propria vita quotidiana e nient’altro. Vi bastano queste risposte per farvi andare avanti? Vi basta dire “non faccio niente di male, sono una persona onesta” per farvi sentire innocenti? Lasciarvi passare le notizie sulla pelle e sull’anima. Tanto è sempre stato così, o no? O delegare ad associazioni, chiesa, militanti, giornalisti e altri il compito di denunciare vi rende tranquilli? Di una tranquillità che vi fa andare a letto magari non felici ma in pace? Vi basta veramente?
Questo gruppo di fuoco ha ucciso soprattutto innocenti. In qualsiasi altro paese la libertà d’azione di un simile branco di assassini avrebbe generato dibattiti, scontri politici, riflessioni. Invece qui si tratta solo di crimini connaturati a un territorio considerato una delle province del buco del culo d’Italia. E quindi gli inquirenti, i carabinieri e poliziotti, i quattro cronisti che seguono le vicende, restano soli. Neanche chi nel resto del paese legge un giornale, sa che questi killer usano sempre la stessa strategia: si fingono poliziotti. Hanno lampeggiante e paletta, dicono di essere della Dia o di dover fare un controllo di documenti. Ricorrono a un trucco da due soldi per ammazzare con più facilità. E vivono come bestie: tra masserie di bufale, case di periferia, garage.
Hanno ucciso sedici persone. La mattanza comincia il 2 maggio verso le sei del mattino in una masseria di bufale a Cancello Arnone. Ammazzano il padre del pentito Domenico Bidognetti, cugino ed ex fedelissimo di Cicciotto e’ mezzanotte.
Umberto Bidognetti aveva 69 anni e in genere era accompagnato pure dal figlio di Mimì, che giusto quella mattina non era riuscito a tirarsi su dal letto per aiutare il nonno. Il 15 maggio uccidono a Baia Verde, frazione di Castel Volturno, il sessantacinquenne Domenico Noviello, titolare di una scuola guida. Domenico Noviello si era opposto al racket otto anni prima. Era stato sotto scorta, ma poi il ciclo di protezione era finito. Non sapeva di essere nel mirino, non se l’aspettava. Gli scaricano addosso 20 colpi mentre con la sua Panda sta andando a fare una sosta al bar prima di aprire l’autoscuola. La sua esecuzione era anche un messaggio alla Polizia che stava per celebrare la sua festa proprio a Casal di Principe, tre giorni dopo, e ancor più una chiara dichiarazione: può passare quasi un decennio ma i Casalesi non dimenticano.
Prima ancora, il 13 maggio, distruggono con un incendio la fabbrica di materassi di Pietro Russo a Santa Maria Capua Vetere. È l’unico dei loro bersagli ad avere una scorta. Perché è stato l’unico che, con Tano Grasso, tentò di organizzare un fronte contro il racket in terra casalese. Poi, il 30 maggio, a Villaricca colpiscono alla pancia Francesca Carrino, una ragazza, venticinque anni, nipote di Anna Carrino, la ex compagna di Francesco Bidognetti, pentita. Era in casa con la madre e con la nonna, ma era stata lei ad aprire la porta ai killer che si spacciavano per agenti della Dia.
Non passa nemmeno un giorno che a Casal di Principe, mentre dopo pranzo sta per andare al “Roxy bar”, uccidono Michele Orsi, imprenditore dei rifiuti vicino al clan che, arrestato l’anno prima, aveva cominciato a collaborare con la magistratura svelando gli intrighi rifiuti-politica-camorra. È un omicidio eccellente che fa clamore, solleva polemiche, fa alzare la voce ai rappresentanti dello Stato. Ma non fa fermare i killer.
L’11 luglio uccidono al Lido “La Fiorente” di Varcaturo Raffaele Granata, 70 anni, gestore dello stabilimento balneare e padre del sindaco di Calvizzano. Anche lui paga per non avere anni prima ceduto alle volontà del clan. Il 4 agosto massacrano a Castel Volturno Ziber Dani e Arthur Kazani che stavano seduti ai tavoli all’aperto del “Bar Kubana” e, probabilmente, il 21 agosto Ramis Doda, venticinque anni, davanti al “Bar Freedom” di San Marcellino. Le vittime sono albanesi che arrotondavano con lo spaccio, ma avevano il permesso di soggiorno e lavoravano nei cantieri come muratori e imbianchini.
Poi il 18 agosto aprono un fuoco indiscriminato contro la villetta di Teddy Egonwman, presidente dei nigeriani in Campania, che si batte da anni contro la prostituzione delle sue connazionali, ferendo gravemente lui, sua moglie Alice e altri tre amici.
Tornano a San Marcellino il 12 settembre per uccidere Antonio Ciardullo ed Ernesto Fabozzi, massacrati mentre stavano facendo manutenzione ai camion della ditta di trasporti di cui il primo era titolare. Anche lui non aveva obbedito, e chi gli era accanto è stato ucciso perché testimone.
Infine, il 18 settembre, trivellano prima Antonio Celiento, titolare di una sala giochi a Baia Verde, e un quarto d’ora dopo aprono un fuoco di 130 proiettili di pistole e kalashnikov contro gli africani riuniti dentro e davanti la sartoria “Ob Ob Exotic Fashion” di Castel Volturno. Muoiono Samuel Kwaku, 26 anni, e Alaj Ababa, del Togo; Cristopher Adams e Alex Geemes, 28 anni, liberiani; Kwame Yulius Francis, 31 anni, e Eric Yeboah, 25, ghanesi, mentre viene ricoverato con ferite gravi Joseph Ayimbora, 34 anni, anche lui del Ghana. Solo uno o due di loro avevano forse a che fare con la droga, gli altri erano lì per caso, lavoravano duro nei cantieri o dove capitava, e pure nella sartoria.
Sedici vittime in meno di sei mesi. Qualsiasi paese democratico con una situazione del genere avrebbe vacillato. Qui da noi, nonostante tutto, neanche se n’è parlato. Neanche si era a conoscenza da Roma in su di questa scia di sangue e di questo terrorismo, che non parla arabo, che non ha stelle a cinque punte, ma comanda e domina senza contrasto.
Ammazzano chiunque si opponga. Ammazzano chiunque capiti sotto tiro, senza riguardi per nessuno. La lista dei morti potrebbe essere più lunga, molto più lunga. E per tutti questi mesi nessuno ha informato l’opinione pubblica che girava questa “paranza di fuoco”. Paranza, come le barche che escono a pescare insieme in alto mare. Nessuno ne ha rivelato i nomi sino a quando non hanno fatto strage a Castel Volturno.
Ma sono sempre gli stessi, usano sempre le stesse armi, anche se cercano di modificarle per trarre in inganno la scientifica, segno che ne hanno a disposizione poche. Non entrano in contatto con le famiglie, stanno rigorosamente fra di loro. Ogni tanto qualcuno li intravede nei bar di qualche paesone, dove si fermano per riempirsi d’alcol. E da sei mesi nessuno riesce ad acciuffarli.
Castel Volturno, territorio dove è avvenuta la maggior parte dei delitti, non è un luogo qualsiasi. Non è un quartiere degradato, un ghetto per reietti e sfruttati come se ne possono trovare anche altrove, anche se ormai certe sue zone somigliano più alle hometown dell’Africa che al luogo di turismo balneare per il quale erano state costruite le sue villette. Castel Volturno è il luogo dove i Coppola edificarono la più grande cittadella abusiva del mondo, il celebre Villaggio Coppola.
Ottocentosessantatremila metri quadrati occupati col cemento. Che abusivamente presero il posto di una delle più grandi pinete marittime del Mediterraneo. Abusivo l’ospedale, abusiva la caserma dei carabinieri, abusive le poste. Tutto abusivo. Ci andarono ad abitare le famiglie dei soldati della Nato. Quando se ne andarono, il territorio cadde nell’abbandono più totale e divenne tutto feudo di Francesco Bidognetti e al tempo stesso territorio della mafia nigeriana.
I nigeriani hanno una mafia potente con la quale ai Casalesi conveniva allearsi, il loro paese è diventato uno snodo nel traffico internazionale di cocaina e le organizzazioni nigeriane sono potentissime, capaci di investire soprattutto nei money transfer, i punti attraverso i quali tutti gli immigrati del mondo inviano i soldi a casa. Attraverso questi, i nigeriani controllano soldi e persone. Da Castel Volturno transita la coca africana diretta soprattutto in Inghilterra. Le tasse sul traffico che quindi il clan impone non sono soltanto il pizzo sullo spaccio al minuto, ma accordi di una sorta di joint venture. Ora però i nigeriani sono potenti, potentissimi. Così come lo è la mafia albanese, con la quale i Casalesi sono in affari.
E il clan si sta slabbrando, teme di non essere più riconosciuto come chi comanda per primo e per ultimo sul territorio. Ed ecco che nei vuoti si insinuano gli uomini della paranza. Uccidono dei pesci piccoli albanesi come azione dimostrativa, fanno strage di africani - e fra questi nessuno viene dalla Nigeria - colpiscono gli ultimi anelli della catena di gerarchie etniche e criminali. Muoiono ragazzi onesti, ma come sempre, in questa terra, per morire non dev’esserci una ragione. E basta poco per essere diffamati.
I ragazzi africani uccisi erano immediatamente tutti “trafficanti” come furono “camorristi” Giuseppe Rovescio e Vincenzo Natale, ammazzati a Villa Literno il 23 settembre 2003 perché erano fermi a prendere una birra vicino a Francesco Galoppo, affiliato del clan Bidognetti. Anche loro furono subito battezzati come criminali.
Non è la prima volta che si compie da quelle parti una mattanza di immigrati. Nel 1990 Augusto La Torre, boss di Mondragone, partì con i suoi fedelissimi alla volta di un bar che, pur gestito da italiani, era diventato un punto di incontro per lo spaccio degli africani. Tutto avveniva sempre lungo la statale Domitiana, a Pescopagano, pochi chilometri a nord di Castel Volturno, però già in territorio mondragonese. Uccisero sei persone, fra cui il gestore, e ne ferirono molte altre. Anche quello era stato il culmine di una serie di azioni contro gli stranieri, ma i Casalesi che pure approvavano le intimidazioni non gradirono la strage. La Torre dovette incassare critiche pesanti da parte di Francesco “Sandokan” Schiavone. Ma ora i tempi sono cambiati e permettono di lasciar esercitare una violenza indiscriminata a un gruppo di cocainomani armati.
Chiedo di nuovo alla mia terra che immagine abbia di sé. Lo chiedo anche a tutte quelle associazioni di donne e uomini che in grande silenzio qui lavorano e si impegnano. A quei pochi politici che riescono a rimanere credibili, che resistono alle tentazioni della collusione o della rinuncia a combattere il potere dei clan. A tutti coloro che fanno bene il loro lavoro, a tutti coloro che cercano di vivere onestamente, come in qualsiasi altra parte del mondo. A tutte queste persone. Che sono sempre di più, ma sono sempre più sole.
Come vi immaginate questa terra? Se è vero, come disse Danilo Dolci, che ciascuno cresce solo se è sognato, voi come ve li sognate questi luoghi? Non c’è stata mai così tanta attenzione rivolta alle vostre terre e quel che vi è avvenuto e vi avviene. Eppure non sembra cambiato molto. I due boss che comandano continuano a comandare e ad essere liberi. Antonio Iovine e Michele Zagaria. Dodici anni di latitanza. Anche di loro si sa dove sono. Il primo è a San Cipriano d’Aversa, il secondo a Casapesenna. In un territorio grande come un fazzoletto di terra, possibile che non si riesca a scovarli?
È storia antica quella dei latitanti ricercati in tutto il mondo e poi trovati proprio a casa loro. Ma è storia nuova che ormai ne abbiano parlato più e più volte giornali e tv, che politici di ogni colore abbiano promesso che li faranno arrestare. Ma intanto il tempo passa e nulla accade. E sono lì. Passeggiano, parlano, incontrano persone.
Ho visto che nella mia terra sono comparse scritte contro di me. Saviano merda. Saviano verme. E un’enorme bara con il mio nome. E poi insulti, continue denigrazioni a partire dalla più ricorrente e banale: “Quello s’è fatto i soldi”. Col mio lavoro di scrittore adesso riesco a vivere e, per fortuna, pagarmi gli avvocati. E loro? Loro che comandano imperi economici e si fanno costruire ville faraoniche in paesi dove non ci sono nemmeno le strade asfaltate?
Loro che per lo smaltimento di rifiuti tossici sono riusciti in una sola operazione a incassare sino a 500 milioni di euro e hanno imbottito la nostra terra di veleni al punto tale di far lievitare fino al 24% certi tumori, e le malformazioni congenite fino all’84% per cento? Soldi veri che generano, secondo l’Osservatorio epidemiologico campano, una media di 7.172,5 morti per tumore all’anno in Campania. E ad arricchirsi sulle disgrazie di questa terra sarei io con le mie parole, o i carabinieri e i magistrati, i cronisti e tutti gli altri che con libri o film o in ogni altro modo continuano a denunciare? Com’è possibile che si crei un tale capovolgimento di prospettive? Com’è possibile che anche persone oneste si uniscano a questo coro? Pur conoscendo la mia terra, di fronte a tutto questo io rimango incredulo e sgomento e anche ferito al punto che fatico a trovare la mia voce.
Perché il dolore porta ad ammutolire, perché l’ostilità porta a non sapere a chi parlare. E allora a chi devo rivolgermi, che cosa dico? Come faccio a dire alla mia terra di smettere di essere schiacciata tra l’arroganza dei forti e la codardia dei deboli? Oggi qui in questa stanza dove sono, ospite di chi mi protegge, è il mio compleanno. Penso a tutti i compleanni passati così, da quando ho la scorta, un po’ nervoso, un po’ triste e soprattutto solo.
Penso che non potrò mai più passarne uno normale nella mia terra, che non potrò mai più metterci piede. Rimpiango come un malato senza speranze tutti i compleanni trascurati, snobbati perché è solo una data qualsiasi, e un altro anno ce ne sarà uno uguale. Ormai si è aperta una voragine nel tempo e nello spazio, una ferita che non potrà mai rimarginarsi. E penso pure e soprattutto a chi vive la mia stessa condizione e non ha come me il privilegio di scriverne e parlare a molti.
Penso ad altri amici sotto scorta, Raffaele, Rosaria, Lirio, Tano, penso a Carmelina, la maestra di Mondragone che aveva denunciato il killer di un camorrista e che da allora vive sotto protezione, lontana, sola. Lasciata dal fidanzato che doveva sposare, giudicata dagli amici che si sentono schiacciati dal suo coraggio e dalla loro mediocrità. Perché non c’era stata solidarietà per il suo gesto, anzi, ci sono state critiche e abbandono. Lei ha solo seguito un richiamo della sua coscienza e ha dovuto barcamenarsi con il magro stipendio che le dà lo stato.
Cos’ha fatto Carmelina, cos’hanno fatto altri come lei per avere la vita distrutta e sradicata, mentre i boss latitanti continuano a poter vivere protetti e rispettati nelle loro terre? E chiedo alla mia terra: che cosa ci rimane? Ditemelo. Galleggiare? Far finta di niente? Calpestare scale di ospedali lavate da cooperative di pulizie loro, ricevere nei serbatoi la benzina spillata da pompe di benzina loro? Vivere in case costruite da loro, bere il caffè della marca imposta da loro (ogni marca di caffè per essere venduta nei bar deve avere l’autorizzazione dei clan), cucinare nelle loro pentole (il clan Tavoletta gestiva produzione e vendita delle marche più prestigiose di pentole)?
Mangiare il loro pane, la loro mozzarella, i loro ortaggi? Votare i loro politici che riescono, come dichiarano i pentiti, ad arrivare alle più alte cariche nazionali? Lavorare nei loro centri commerciali, costruiti per creare posti di lavoro e sudditanza dovuta al posto di lavoro, ma intanto non c’è perdita, perché gran parte dei negozi sono loro? Siete fieri di vivere nel territorio con i più grandi centri commerciali del mondo e insieme uno dei più alti tassi di povertà? Passare il tempo nei locali gestiti o autorizzati da loro? Sedervi al bar vicino ai loro figli, i figli dei loro avvocati, dei loro colletti bianchi? E trovarli simpatici e innocenti, tutto sommato persone gradevoli, perché loro in fondo sono solo ragazzi, che colpa hanno dei loro padri.
E infatti non si tratta di stabilire colpe, ma di smettere di accettare e di subire sempre, smettere di pensare che almeno c’è ordine, che almeno c’è lavoro, e che basta non grattare, non alzare il velo, continuare ad andare avanti per la propria strada. Che basta fare questo e nella nostra terra si è già nel migliore dei mondi possibili, o magari no, ma nell’unico mondo possibile sicuramente.
Quanto ancora dobbiamo aspettare? Quanto ancora dobbiamo vedere i migliori emigrare e i rassegnati rimanere? Siete davvero sicuri che vada bene così? Che le serate che passate a corteggiarvi, a ridere, a litigare, a maledire il puzzo dei rifiuti bruciati, a scambiarvi quattro chiacchiere, possano bastare? Voi volete una vita semplice, normale, fatta di piccole cose, mentre intorno a voi c’è una guerra vera, mentre chi non subisce e denuncia e parla perde ogni cosa. Come abbiamo fatto a divenire così ciechi? Così asserviti e rassegnati, così piegati? Come è possibile che solo gli ultimi degli ultimi, gli africani di Castel Volturno che subiscono lo sfruttamento e la violenza dei clan italiani e di altri africani, abbiano saputo una volta tirare fuori più rabbia che paura e rassegnazione? Non posso credere che un sud così ricco di talenti e forze possa davvero accontentarsi solo di questo.
La Calabria ha il Pil più basso d’Italia ma “Cosa Nuova”, ossia la ?ndrangheta, fattura quanto e più di una intera manovra finanziaria italiana. Alitalia sarà in crisi, ma a Grazzanise, in un territorio marcio di camorra, si sta per costruire il più grande aeroporto italiano, il più vasto del Mediterraneo. Una terra condannata a far circolare enormi capitali senza avere uno straccio di sviluppo vero, e invece ha danaro, profitto, cemento che ha il sapore del saccheggio, non della crescita.
Non posso credere che riescano a resistere soltanto pochi individui eccezionali. Che la denuncia sia ormai solo il compito dei pochi singoli, preti, maestri, medici, i pochi politici onesti e gruppi che interpretano il ruolo della società civile. E il resto? Gli altri se ne stanno buoni e zitti, tramortiti dalla paura? La paura. L’alibi maggiore. Fa sentire tutti a posto perché è in suo nome che si tutelano la famiglia, gli affetti, la propria vita innocente, il proprio sacrosanto diritto a viverla e costruirla.
Ma non avere più paura non sarebbe difficile. Basterebbe agire, ma non da soli. La paura va a braccetto con l’isolamento. Ogni volta che qualcuno si tira indietro crea altra paura, che crea ancora altra paura, in un crescendo esponenziale che immobilizza, erode, lentamente manda in rovina.
“Si può edificare la felicità del mondo sulle spalle di un unico bambino maltrattato?”, domanda Ivan Karamazov a suo fratello Aljo?a. Ma voi non volete un mondo perfetto, volete solo una vita tranquilla e semplice, una quotidianità accettabile, il calore di una famiglia. Accontentarvi di questo pensate che vi metta al riparo da ansie e dolori. E forse ci riuscite, riuscite a trovare una dimensione in cui trovate serenità. Ma a che prezzo?
Se i vostri figli dovessero nascere malati o ammalarsi, se un’altra volta dovreste rivolgervi a un politico che in cambio di un voto vi darà un lavoro senza il quale anche i vostri piccoli sogni e progetti finirebbero nel vuoto, quando faticherete ad ottenere un mutuo per la vostra casa mentre i direttori delle stesse banche saranno sempre disponibili con chi comanda, quando vedrete tutto questo forse vi renderete conto che non c’è riparo, che non esiste nessun ambito protetto, e che l’atteggiamento che pensavate realistico e saggiamente disincantato vi ha appestato l’anima di un risentimento e rancore che toglie ogni gusto alla vostra vita.
Perché se tutto ciò è triste la cosa ancora più triste è l’abitudine. Abituarsi che non ci sia null’altro da fare che rassegnarsi, arrangiarsi o andare via. Chiedo alla mia terra se riesce ancora ad immaginare di poter scegliere. Le chiedo se è in grado di compiere almeno quel primo gesto di libertà che sta nel riuscire a pensarsi diversa, pensarsi libera. Non rassegnarsi ad accettare come un destino naturale quel che è invece opera degli uomini.
Quegli uomini possono strapparti alla tua terra e al tuo passato, portarti via la serenità, impedirti di trovare una casa, scriverti insulti sulle pareti del tuo paese, possono fare il deserto intorno a te. Ma non possono estirpare quel che resta una certezza e, per questo, rimane pure una speranza. Che non è giusto, non è per niente naturale, far sottostare un territorio al dominio della violenza e dello sfruttamento senza limiti. E che non deve andare avanti così perché così è sempre stato. Anche perché non è vero che tutto è sempre uguale, ma è sempre peggio.
Perché la devastazione cresce proporzionalmente con i loro affari, perché è irreversibile come la terra una volta per tutte appestata, perché non conosce limiti. Perché là fuori si aggirano sei killer abbrutiti e strafatti, con licenza di uccidere e non mandato, che non si fermano di fronte a nessuno. Perché sono loro l’immagine e somiglianza di ciò che regna oggi su queste terre e di quel che le attende domani, dopodomani, nel futuro. Bisogna trovare la forza di cambiare. Ora, o mai più.
Copyright 2008by Roberto Saviano
Published by arrangementof Roberto SantachiaraLiterary Agency
(22 settembre 2008)
Da “Repubblica.it”

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martedì 19 agosto 2008

Zollino, 13 agosto



Quello che è stato capace di combinare Marcello alla notte della taranta a Zollino?

Ho seguito quasi tutte le serate ma nessuno è stato capace di coinvolgere il pubblico come Marcello Colasurdo e i Su d'est.

Viecche, criature, juvene e guagliun…per citare il grande James, saltavano, ballavano e cantavano. Le lingue spaziavano dal siculo di Malarazza, al campano di Pomigliano, al grico salentino, il ritmo cresceva e il tamburo batteva ora pizzica ora tammurriata, echi di fanfara di un linguaggio universale che univa tutti i sud del mondo.

Grazie Marcè….

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sabato 9 agosto 2008

ieri è cominciato l'evento che porta in salento gente da tutta italia, bella la piazza di corigliano, bella la gente e buona la musica. notevole l'esibizione di "Discanto" che con Giancarlo, il leader, ha incantato la piazza con assoli di tamburo degni di jimi hendrix, suoni distorti e prolungati che pareva impossibile uscissero dalla pelle di un tamburello. non dimenticate il giorno 13 a zollino l'esibizione di Marcello Colasurdo.

vi riporto il calendario preso dal sito ufficiale e ricordate che qui la gente è molto ospitale. Besos

[roccometallo]

ilCalendario
Giovedì, 7 AGOSTO 2008
Corigliano d’Otranto
Piazza Vittoria - A partire dalle ore 21.30
ARTISTI PRESENTI:
AriAntica
DisCanto (Festival delle Province)
SalentOrkestra

Venerdì, 8 AGOSTO 2008
Martignano
Piazza della Repubblica - A partire dalle ore 21.30
ARTISTI PRESENTI:
Stella Grande e Anime Bianche
Xanti Yaca
Canzoniere Grecanico Salentino

Sabato, 9 AGOSTO 2008
Cursi
Piazza Pio XII - A partire dalle ore 21.30
ARTISTI PRESENTI:
Ninfa Giannuzzi
Rosapaeda
Tamburellisti di Torrepaduli

Domenica, 10 AGOSTO 2008
Andrano
Piazzale Botte - A partire dalle ore 21.30
ARTISTI PRESENTI:
Briganti di Terra d’Otranto
Menamenamò
Totarella
Malicanti

Lunedì, 11 AGOSTO 2008
Carpignano Salentino
Piazza Duca d’Aosta - A partire dalle ore 21.30
ARTISTI PRESENTI:
Sciacuddhuzzi
Arakne Mediterranea
Antonio Castrignanò Gruppo Popolare

Martedì, 12 AGOSTO 2008
Sternatia
Villa Comunale - A partire dalle ore 21.30
ARTISTI PRESENTI:
Schiattacore
Scazzacatarante
Ensemble Notte della Taranta

Mercoledì, 13 AGOSTO 2008
Zollino
Villa Comunale - A partire dalle ore 21.30
ARTISTI PRESENTI:
Luna Taranta
Agorà
Su’ d’Est - ospite Marcello Colasurdo
Officina Zoè

Giovedì, 14 AGOSTO 2008
Castrignano dei Greci
Zona 167 - A partire dalle ore 21.30
ARTISTI PRESENTI:
Mario Salvi e i Cantori di Villa Castelli
Taranta Social Club e Compagnia di Scherma Salentina
Uccio Aloisi Gruppu

Sabato, 16 AGOSTO 2008
Soleto
Villa Comunale - A partire dalle ore 21.30
ARTISTI PRESENTI:
La Banda Wagliò e Davide Torrente
Triace in Sebben che siamo donne
Kamafei e Ipercussonici

Domenica, 17 AGOSTO 2008
Calimera
Area mercatale - A partire dalle ore 21.30
ARTISTI PRESENTI:
I Calanti
Maria Moramarco e Uaragniaun
Daniele Durante

Lunedì, 18 AGOSTO 2008
Martano
Largo S. Sofia - A partire dalle ore 21.30
ARTISTI PRESENTI:
Kalàscima - ospiti Mario Incudine, Massimo La Guardia e Antonio Vasta
Zimbaria
Anna Cinzia Villani

Martedì, 19 AGOSTO 2008
Cutrofiano
Piazza Municipio - A partire dalle ore 21.30
ARTISTI PRESENTI:
AriaCorte - Ospiti Fiamma Fiumana, Cisco e il coro delle Mondine di Novi

Mercoledì, 20 AGOSTO 2008
Galatina
Piazza S. Pietro - A partire dalle ore 21.30
ARTISTI PRESENTI:
Lu Ientu tu Sud
Antonio Amato Ensemble
BandAdriatica presenta "Rotta per Otranto"

Giovedì, 21 AGOSTO 2008
Alessano
Piazza Don Tonino Bello - A partire dalle ore 21.30
ARTISTI PRESENTI:
Enza Pagliara
Mimmo Epifani
Alla Bua

Sabato, 23 AGOSTO 2008
Melpignano
Piazzale ex Convento degli Agostiniani - A partire dalle ore 21.30
ARTISTI PRESENTI:
Cantori dei Menamenamò
Giovanni Avantaggiato
Famiglia Cordella
Uccio Aloisi Gruppu
Officina Zoè
Omaggio a Pino Zimba di Edoardo Winspeare
L’Orchestra La Notte della Taranta diretta da Mauro Pagani
Rokia Traorè
Richard Galliano
Caparezza
Sud Sound System
Radiodervish
Après La Classe

gliEventi 2008
8/23 Agosto - Galatina - Museo Civico Cavoti
I LUOGHI NEI CANTI DELLA TARANTA

Museo Civico “Pietro Cavoti”
Palazzo della Cultura
ingresso gratuito
da Martedì a Venerdì ore 09.30 - 13.00 / 15.30 - 19.00
sabato ore 9.30 - 13.00
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Martedì 19 agosto - ore 19.30 - Sternatia - Municipio (ex Convento dei Domenicani)
LA TARANTOLA SPAGNOLA

Empirismo e tradizione nel XVIII secolo
Pilar Leon Sanz
Besa Editrice

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Venerdì 22 Agosto - ore 18,00 - Melpignano - Ex Convento degli Agostiniani
QUI, URBANO E RURALE, IL DOPPIO BINARIO DELLA MUSICA DI TRADIZIONE

Tavola rotonda internazionale
La funzione dei luoghi e la trasformazione delle geografie nella sedimentazione della musica popolare.
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Sabato 23 Agosto - ore 18,00 - Melpignano - Piazza San Giorgio
QUI, SE MAI VERRAI. IL SALENTO DEI POETI

Recital-Concerto con Piero Rapanà, Simone Giorgino, Angela De Gaetano e i Suoni di Adria

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